Stiamo vivendo un cambiamento antropologico cognitivo straordinario, che porta per gli studenti a prendere appunti per schemi, grafici, immagini piuttosto che per parole.
Trasformano immediatamente concetti verbali in figure, che spesso descrivono in modo molto pregnante quanto viene loro spiegato oralmente. Si osserva, insomma, un fenomeno straordinario: qualcosa di simile al passaggio dall’oralità alla scrittura.
La prevalenza del pensiero visivo nei ragazzi è certamente un prodotto della società dell’immagine, ma sviluppa anche straordinarie possibilità di «vedere» concetti, nella matematica e nella fisica, ma anche di simulare mentalmente esperimenti scientifici o di generare scenari. Lo sviluppo del pensiero visivo si accompagna spesso a un concomitante impoverimento delle capacità linguistiche, del pensiero verbale.
Ma, proprio l’aver ignorato lo sviluppo di questa modalità di pensiero negli ambienti formalmente dedicati all’apprendimento non ha permesso lo sviluppo bilanciato delle due abilità cognitive, del lavoro mentale verbale e del pensiero visivo. Occorre raffinare ed educare la capacità visiva, e contemporaneamente stimolare la capacità linguistica, che www.cialis20mgbestprice.com/ rischia sul serio di deteriorarsi per mancanza d’esercizio e stimoli.
I nativi digitali mostrano poi una straordinaria prontezza a cogliere e affrontare l’inaspettato. Basta osservare un ragazzo mentre s’impegna (è proprio la descrizione giusta) in un videogioco per vedere in azione questa straordinaria abilità cognitiva, che, non solo permette di rilevare immediatamente un evento inaspettato (ma questa è in fondo un’abilità cognitiva che appartiene al patrimonio genetico dell’uomo), ma soprattutto consente di rispondervi fluidamente, e in modo adeguato. I videogiochi sviluppano entrambe queste abilità cognitive: accorgersi dell’inaspettato e rispondere a esso non solo attraverso azioni stereotipate (riflessi), ma con azioni appropriate, svolte però in maniera così fluida e naturale (aiutati in questo anche dalle grandi abilità manipolative, a cui si è accennato poco sopra) da risultare a un osservatore esterno del tutto simili a riflessi.