Chi siamo

L’Anpi è un’associazione impegnata a promuovere la cultura della libertà, dei diritti e della giustizia, della democrazia in ogni sua espressione.
Vogliamo lavorare per la comunità,accanto e assieme alle persone a cominciare dagli ‘ultimi’, da chi in questi anni si è di colpo risvegliato ‘povero’, e da chi coltiva una speranza, un talento, l’ambizione di cambiare il suo ‘destino’.

Lo faremo in uno spirito aperto. Con uno sguardo attento ai conflitti e all’azione di movimenti, reti, associazioni del solidarismo.

E’ una scelta dettata da una convinzione: che il valore della persona, la sua autonomia e responsabilità, l’universalità dei diritti umani, a partire da quelli delle donne, la costruzione di una democrazia ‘esigente’ nella partecipazione e nella rappresentanza siano il vocabolario di una militanza rinnovata e coerente nell’esempio.

E’ vero, alle spalle abbiamo i sette anni della crisi più grave del secolo. Ma per questo compito dei progressisti è tracciare confini e scelte di una crescita sostenibile, di una nuova economia che riparta finalmente dalla dignità di ciascuno.
Per farlo dobbiamo rompere gli ormeggi e prendere il mare.

Riconoscere la cecità dell’Europa di fronte all’irrompere di diseguaglianze immorali e alla mortificazione del lavoro, dell’impresa sana e della creatività migliore.
E riconoscere la miopia che colpendo la cittadinanza, scuola e sanità pubbliche, ha consegnato milioni di donne e uomini, e un paio di generazioni, a un’esistenza precaria se non allo sfruttamento vero e proprio di troppe “vite di scarto”.

E ancora dobbiamo riconoscere tutta l’incapacità di cogliere la funzione decisiva di cultura, scienza, difesa del suolo e dei territori.
Tutto questo lo sappiamo e lo diciamo, ma adesso dobbiamo scrivere un futuro diverso per l’Italia messa dinanzi a un bivio della storia: declinare, sul piano produttivo, del suo civismo, dell’unità tra Nord e Sud e tra le generazioni, oppure rinascere e riscoprire la nostra vocazione dentro il mondo globale.

Scommessa che ha bisogno di spingere la voglia di riforme e cambiamento la stessa scolpita in quell’articolo 3 della Costituzione che da un tempo troppo lungo attende un’attuazione piena e rigorosa.

Per noi questo vuol dire riformare le istituzioni, rifondare il ruolo dello Stato e della sfera pubblica, cacciare il fantasma di mercati in grado di regolarsi da soli spandendo ricchezza e benessere per tutti. Vuol dire partire sempre dalla dignità di ciascuno in ogni espressione e momento della vita. Vuol dire fare dei diritti indivisibili – umani, civili, sociali – la leva formidabile di una crescita giusta e di una democrazia vissuta come bene indisponibile.